Fotografa consiglia come riconciliarsi con la propria immagine
C’è un momento, nella vita di molti, in cui ci si accorge di non riconoscersi più.
Non nel senso metaforico, ma concreto: ci si guarda in una foto recente e qualcosa stona.
Il viso è lo stesso, gli occhi anche... eppure manca "una presenza".
La nostra immagine, nel tempo, si è fatta specchio di ciò che mostriamo agli altri: ruoli, prestazioni, aspettative.
Chi siamo davvero resta spesso invisibile.
E quando qualcuno ci fotografa, abbiamo paura di non piacerci, di non riconoscere ciò che vediamo riflesso in fotografia.
Il ritratto come spazio di riconciliazione
Ho creato una esperienza che si chiama Ritratti Notturni che ha lo scopo di aiutarti nel trovare uno spazio di riconciliazione con la tua immagine, col tuo corpo.
È una proposta in cui la fotografia incontra il counselling, in cui lavoriamo senza fretta, in un modo che agevola l'ascolto interiore.
È un tempo in cui ti invito a rilassarti, a lasciare il pensiero di "performare" fuori dalla porta.
Non devi dimostrare nulla.
Solo esserci.
Quando ascolto chi posa davanti alla mia macchina fotografica, mi accorgo che il bisogno che accomuna chi si affida a me per i propri ritratti è quasi sempre lo stesso: sentirsi visti senza dover per forza apparire (diversi).
Spesa o investimento?
Molti pensano che un ritratto sia un lusso, un vezzo estetico.
Altri non lo considerano perché pensano che sia una spesa inutile.
Io credo che sia un atto di restituzione verso sé stessi.
Come fare un investimento in formazione, nella tua cura personale, nel tuo benessere.
Dedicarsi una esperienza di ritratto è un modo di dirti “mi prendo cura di chi sono, anche attraverso l’immagine.”
Ti insegna a guardarti con la stessa dolcezza con cui guarderesti qualcuno che ami.
Ritrovarsi in uno spazio poetico.
Ritratti Notturni è nato da questa esigenza di stare un po' "nell'ombra" esplorando uno spazio poetico che ci aiuta a stare umanamente nel mondo.
Hillman lo chiamerebbe nel "fare anima".
Un posto in cui non servono pose estremizzate né artifici.
Quella che conta è la tua energia.
Quella stessa energia che ti fa avere il coraggio di dire:
“Questa sono io, oggi, e va bene così.”
E quando un ritratto riesce a restituirti quella verità senza abbellirla o provare a renderla qualcosa di artificiale, allora diventa qualcosa di più di una fotografia, diventa un pezzo di essenza, un frammento di vita prezioso da conservare.
Se senti che è il momento di ricominciare a "abitare poeticamente il mondo" (C. Bobin, 2018), puoi scoprire qui Ritratti Notturni.